lunedì 5 settembre 2011

Lunedì giorno di mercato

Tutti in biblioteca per gli orari. Sembra di stare alla borsa: foglietti in mano, gente che si agita, gente che grida, piccoli gruppi di persone che parlano tra di loro e poi si spostano. Nell'aria molti “No, non è possibile, ma hai capito che cosa mi stai chiedendo?” “Ma stai scherzando?!” “Ma io ogni anno faccio sacrifici!”. Vere e proprie contrattazioni, non si tratta di denaro ma di tempo. Quante ore hai, quante ore puoi dare, di quante ore hai bisogno. 
Io posso osservare la scena con una certa calma e un certo distacco perché non ho bisogno di ore e me ne avanza solo una, che metterò a disposizione per le supplenze. Sono indipendente, e di questi tempi è una gran fortuna.
Se già normalmente l'organizzazione dell'orario era un bel problema, da quando sono entrati in vigore i tagli all'organico (questo è il terzo anno) è diventata un'impresa titanica, soprattutto se, ogni tanto, si vuol tener presente il fatto che davanti al nostro orario ci sono i bambini delle nostre classi.
Dalla riforma Gelmini l'assegnazione dell'organico alle scuole avviene in base al numero di ore-docente e non in base al numero di classi. Un insegnante delle elementari ha per contratto 22 ore di docenza alla settimana più 2 ore di programmazione obbligatoria. L'orario dei bambini, nella scuola dove lavoro, ha 3 modelli: 28 ore (per ora solo le prime a tempo base), 30 ore (tutte le altre classi a tempo-base), 40 ore (tutte le classi a tempo pieno). Per farla breve ci si trova in delle situazioni in cui delle classi hanno bisogno di avere ancora 4-6 ore di docenti e in altre classi, a causa dell'eliminazione delle compresenze, ci sono insegnanti che hanno ore libere (da 1 a 4), quindi occorre combinare le due cose nel modo meno dannoso possibile, per i bambini e per gli insegnanti. Il tutto va incastrato con l'orario di religione e di attività alternativa e di inglese. 
Oggi si sono trovati alcuni accordi, ma il mercato non è ancora chiuso.

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