Oggi ho cominciato la giornata facendo finalmente il mio lavoro: ho compilato il mio modulo dell'orario, letto la programmazione, preso appunti su quello che voglio fare quest'anno per ogni materia, programmato l'attività della prossima settimana, letto le linee guida per la didattica per alunni con Disturbi Specifici dell'Apprendimento, guardato che cosa va bene e che cosa non va bene dei libri di testo, preparato qualche materiale, leggiucchiato libri con percorsi didattici che possono essermi utili quest'anno. Qualche oretta di lavoro intenso ma tranquillo.
Ieri vi ho scritto che la classe è piena di banchi. Banchi sporchi.
Come sapete qualche giorno fa, assieme alla mia collega, ho pulito accuratamente tutta la classe, lavando finestre e pavimento e passando anche la cera. I banchi non li avevamo lavati. Devo ammetterlo: pensavo che rientrasse nei compiti di minima di chi è addetto alle pulizie, quindi ho aspettato fino a oggi.
Oggi alle 13 non erano stati puliti, magari si prevedeva di pulirli oggi pomeriggio, ma come fare a saperlo? Devo dire che quando mi sono armata di straccetto e spray ero un po' triste. La scuola vuota e silenziosa, tutta la fatica fatta per pulire la classe e neppure questa piccola collaborazione. Ma il sacro fuoco della rivoluzione delle matite mi ha richiamata all'ordine. Sorridere e lavorare! Pulendo uno a uno i banchi pensavo ai bambini: si meritano di trovarli puliti lunedì mattina, di appoggiare i loro quaderni nuovi e i loro diari su un banco lucidato, non importa da chi.
Mentre ero circa a metà del lavoro, bussano alla porta un collega e una collega, armati di trapano, prolunga e viti, che annunciano: “Siamo del servizio porte!”. “Evviva!”, rispondo, “io sono del servizio pulizia dei banchi!” Sono venuti a fissare sulla porta grigia e scrostata il nostro coloratissimo pannello dipinto con gli acrilici lo scorso anno.
E ora la porta è verde, rossa e blu, con foglie, case, finestre, palazzi e un fiero uccellino in cima ad un albero. E i miei 25 banchi sono lucidissimi.
Anche questa volta ho lavorato più dell'orario previsto, ma uscire da scuola soddisfatti non ha prezzo.
Nessun commento:
Posta un commento