Lei non sa che deve la soddisfazione di ieri a un libro pubblicato postumo da un signore francese già morto a metà degli anni '50. Se ci fosse un panteon dei linguisti è a Lucien Tesnière che dovrebbe accendere un cero di ringraziamento.
Come vi ho già raccontato ho proposto in classe l'analisi valenziale della frase al posto dell'analisi logica che, come è stato spesso sottolineato, di logico rischia di non avere molto.
Lei è una bambina allegra e timida, che solo dopo parecchio tempo accetta di darti confidenza, ma poi ti regala senza riserve affetto e sorrisi. Lei è tenace e decisa, lei non si scoraggia quasi mai davanti alle difficoltà che trova nello studio. Tutte le materie di studio sono per lei un po' difficili e le richiedono una fatica e un impegno notevoli. Ha fatto visite specialistiche e visto dottori, ma non si è capito perché per lei studiare è così impegnativo. La sua ostinazione e il suo entusiasmo non cessano di commuoverci.
Poi, lo scorso anno, ho cominciato a fare analisi valenziale e lei si è entusiasmata: dal 5 al 9 nel giro di un nucleo della frase. Quest'anno ho ripreso l'argomento e lei sa di sapere. E' lei che, d'istinto, senza aspettare la mia approvazione, si indigna quando gli altri sbagliano e spiega che "bisogna partire sempre dal verbo" o che "se c'è una preposizione non può essere un argomento diretto", è lei che va ad aiutare le nuove arrivate spiegando che noi circondiamo il soggetto con il giallo e l'oggetto con il blu.
E' per lei che ieri ho preparato una medaglia gialla con al centro una stella e attorno una scritta: "Sceriffo dell'analisi valenziale" da fissare con un rotolino si scotch al suo grembiule.
E lei orgogliosa, imbarazzata e terribilmente contenta la mostrava ai compagni.
W Lucien!
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