Nei giorni precedenti strani comportamenti tra i miei bambini: si avvisavano ogni volta che arrivavo, pretendevano che restassi in classe a riposo e confabulavano in corridoio, qualcuno si è lasciato sfuggire che si stava organizzando qualche cosa che non dovevo sapere. Naturalmente sono stata al gioco.
Venerdì comincio il turno alle 12 e faccio il mio ingresso direttamente con gonna a ruota, occhialoni rossi a punta e coda alta... irrompendo nel bel mezzo dell'interrogazione di geografia! Mi eclisso in segreteria per dare il tempo alla collega di finire con le interrogazioni, quando ritorno spostiamo i banchi creando una zona ballo, una zona buffet e la cattedra per i dischi. Poi si cambiano. I maschi vanno nel nostro "camerino" (la stanzetta per il sostegno che abbiamo stabilito di usare per i laboratori teatrali) armati di pettini, gel e giacchette di pelle nera. Intanto, in classe, le femmine si mettono gonne, sottogonne e ballerine; qualcuna per l'occasione si è tinta con lo spry i capelli. Io ho portato gonne di riserva, maschere, nastri per i capelli, fiori colorati, occhialoni pazzoidi e inizio a distribuire la mercanzia.
Quando siamo pronti cominciamo a girare per la scuola in formazione corteo carnevalesco. Faccio fatica a star dietro al gruppo: hanno il passo deciso dei "grandi" della scuola. Gli altri non possono far altro che spalancare la bocca e stringere patti con le loro maestre: "E' vero che anche noi in quinta faremo la festa di Carnevale?"
Quando siamo pronti cominciamo a girare per la scuola in formazione corteo carnevalesco. Faccio fatica a star dietro al gruppo: hanno il passo deciso dei "grandi" della scuola. Gli altri non possono far altro che spalancare la bocca e stringere patti con le loro maestre: "E' vero che anche noi in quinta faremo la festa di Carnevale?"
Quando arriviamo in mensa il nostro corteo è guidato da un bambino di terza vestito da vichingo che suona la cornetta, seguito da due bambine al kazoo e dagli altri 20 che battono le mani. Subito dopo mangiato il corteo sfila in cortile e più di un centinaio di bambini, che stavano giocando, iniziano a seguirci ingrossando le fila.
Tornati in classe abbiamo festeggiato il compleanno di due bambine, che per l'occasione avevano portato la torta al cioccolato con le candeline. Non avevamo l'accendino, nessuno sul piano aveva l'accendino. Tsk tsk tsk faccio finta di accendere le 11 candeline. E loro fanno finta di soffiare, una dopo l'altra. Grandi risate, applausi e l'immancabile "Tanti auguri a te". Sento qualcuno che dice "La più bella finta festa che abbia mai visto!"
Finalmente in classe mi chiamano fuori dalla porta con qualche pretesto e sento che dentro provano musiche, si zittiscono a vicenda, gridano. Le due bambine incaricate di tenermi fuori cercano di conversare con me. Dopo una decina di minuti buoni mi permettono di entrare e mi fanno accomodare su un banco in fondo alla classe. Sono schierati a coppie secondo una coreografia stabilita con segni di scotch a terra. Arrivano un bambino e un bambina con una cartellina professionale dalla quale leggono la presentazione dello spettacolo della "classe rock". Poi sulle note di Jailhouse rock parte il loro balletto. Sorprendente coreografia! Il momento saliente è stato quando tre maschi, di quelli che ritenevo "impacciati", hanno alzato in aria le loro ballerine in spaccata.
Bravissimi. Mi hanno fatto pensare che tra Elvis che incitava a ballare dentro la prigione e Foucault che se la prendeva con le istituzioni totali ("Sorvegliare e punire" non sembra un titolo adatto all'istituzione scolastica?) c'è forse solo un passo... di ballo.
Tornati in classe abbiamo festeggiato il compleanno di due bambine, che per l'occasione avevano portato la torta al cioccolato con le candeline. Non avevamo l'accendino, nessuno sul piano aveva l'accendino. Tsk tsk tsk faccio finta di accendere le 11 candeline. E loro fanno finta di soffiare, una dopo l'altra. Grandi risate, applausi e l'immancabile "Tanti auguri a te". Sento qualcuno che dice "La più bella finta festa che abbia mai visto!"
Finalmente in classe mi chiamano fuori dalla porta con qualche pretesto e sento che dentro provano musiche, si zittiscono a vicenda, gridano. Le due bambine incaricate di tenermi fuori cercano di conversare con me. Dopo una decina di minuti buoni mi permettono di entrare e mi fanno accomodare su un banco in fondo alla classe. Sono schierati a coppie secondo una coreografia stabilita con segni di scotch a terra. Arrivano un bambino e un bambina con una cartellina professionale dalla quale leggono la presentazione dello spettacolo della "classe rock". Poi sulle note di Jailhouse rock parte il loro balletto. Sorprendente coreografia! Il momento saliente è stato quando tre maschi, di quelli che ritenevo "impacciati", hanno alzato in aria le loro ballerine in spaccata.
Bravissimi. Mi hanno fatto pensare che tra Elvis che incitava a ballare dentro la prigione e Foucault che se la prendeva con le istituzioni totali ("Sorvegliare e punire" non sembra un titolo adatto all'istituzione scolastica?) c'è forse solo un passo... di ballo.
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