Non è la prima volta che mi capita di sapere dai bambini qualcosa che i genitori non volevano che si sapesse.
Tutte le volte è andata così: notiamo che il bambino o la bambina ha qualche cosa che non va, non è presente a quello che accade in classe o diventa più aggressivo oppure malinconico e triste, oppure, a volte comincia a dire strane bugie ed arrampicarsi sugli specchi. Allora noi, che crediamo che in questi casi una nota non porti a nulla, li prendiamo da parte in un momento tranquillo, in un momento in cui i compagni giocano o fanno altro, e ci mettiamo a parlare con loro.
Li guardiamo negli occhi e chiediamo: "Che cosa c'è che non va?" poi loro si mettono a piangere e spesso dicono: "E' un segreto, non lo dovrei dire a nessuno".
A questo punto di solito io non dico nulla, se è un segreto non posso chiedere che me lo dicano, ma se li fa soffrire come aiutarli? Di solito davanti al fatto che resto in un rispettoso silenzio ma resto con loro crollano e iniziano a raccontare. Sono storie normalissime: i genitori hanno litigato e forse si lasceranno, oppure si sono lasciati, oppure è in arrivo un fratellino. Prometto che non dirò ai genitori che il segreto è stato svelato. E mantengo sempre la promessa.
Parlano e raccontano, a volte riprendono l'argomento dopo qualche giorno e chiedono di parlarne ancora. Iniziano piangendo, ma finisce sempre che tra le lacrime ridono. Una volta ho ascoltato una bambina per più di un'ora al riposo dopo la mensa. Ha pianto tutto il tempo e le colleghe ci guardavano sconcertate: pensavano che la stessi sgridando. Quando è venuta l'ora di tornare a lezione mi ha detto "Maestra è stato bellissimo!" e abbiamo riso assieme "E' stato bellissimo, ho pianto tanto!". Un'altra volta un bambino mi ha detto: "Sono proprio contento di averti raccontato queste cose, è stato come essersi tolti un masso dalla testa!"
Voglio dire alle maestre solo una cosa: ascoltateli; e voglio dire ai genitori solo due cose: ascoltateli e lasciateli liberi di parlare dei loro problemi, gli avrete tolto il problema di dover tenere un segreto.
A questo punto di solito io non dico nulla, se è un segreto non posso chiedere che me lo dicano, ma se li fa soffrire come aiutarli? Di solito davanti al fatto che resto in un rispettoso silenzio ma resto con loro crollano e iniziano a raccontare. Sono storie normalissime: i genitori hanno litigato e forse si lasceranno, oppure si sono lasciati, oppure è in arrivo un fratellino. Prometto che non dirò ai genitori che il segreto è stato svelato. E mantengo sempre la promessa.
Parlano e raccontano, a volte riprendono l'argomento dopo qualche giorno e chiedono di parlarne ancora. Iniziano piangendo, ma finisce sempre che tra le lacrime ridono. Una volta ho ascoltato una bambina per più di un'ora al riposo dopo la mensa. Ha pianto tutto il tempo e le colleghe ci guardavano sconcertate: pensavano che la stessi sgridando. Quando è venuta l'ora di tornare a lezione mi ha detto "Maestra è stato bellissimo!" e abbiamo riso assieme "E' stato bellissimo, ho pianto tanto!". Un'altra volta un bambino mi ha detto: "Sono proprio contento di averti raccontato queste cose, è stato come essersi tolti un masso dalla testa!"
Voglio dire alle maestre solo una cosa: ascoltateli; e voglio dire ai genitori solo due cose: ascoltateli e lasciateli liberi di parlare dei loro problemi, gli avrete tolto il problema di dover tenere un segreto.