lunedì 14 maggio 2012

Prove Invalsi: le testimonianze, la logica, lo stomaco

Come sempre gli artisti della comicità colgono nel segno, ascoltate questo:
Greg e Lillo
Argomentazioni a sostegno dei ragionevoli dubbi sull'anonimato delle prove le trovate qui:
Invalsi anonimi?
Questo lo sfogo di un genitore:
mamma di bambino testato
Moltissime informazioni sull'Invalsi e sulle proteste le trovate sul sito di
rete scuole

Di seguito le mie opinioni e la mia esperienza.
La scorsa settimana anche nella mia classe sono state fatte le prove Invalsi. Il caso ha voluto che io avessi l'orario pomeridiano in tutte e due le giornate di somministrazione. Quindi non ho potuto aderire allo sciopero del 9 contro le prove perché la mia adesione sarebbe stata al di fuori dell'orario della somministrazione, quindi inutile.
Visto che il collegio docenti della mia scuola, non si sa più quanti anni fa e senza alcun dibattito, non ha espresso parere contrario alle prove Invalsi, nella mia scuola e nella mia classe le prove si fanno. Visto che le prove si fanno ho voluto esercitare i miei alunni a queste prove. Ho sostenuto la necessità di questa esercitazione anche in consiglio di interclasse contro il parere contrario di una rappresentante dei genitori di un'altra classe. Ho addirittura proposto ai genitori di comprare il libretto per le esercitazioni ai test, che abbiamo  terminato prima della somministrazione delle prove.
La mia posizione è quindi questa: ritengo che sia necessaria una valutazione delle scuole, dei docenti e della didattica, perché credo che la nostra società non possa permettersi il lusso di avere un sistema scolastico dove a volte ci sono persone che non solo non insegnano ma provocano danni permanenti su questioni fondamentali di base, quale ad esempio stimolare la curiosità e il desiderio di conoscere, apprendere, approfondire. Credo troppo nelle possibilità sociali, educative e didattiche della scuola per non rendermi conto del fatto che come a scuola si possono fare grandi cose si possono fare anche grandi danni. La valutazione dovrebbe avere quindi come obiettivo quello di eliminare o ridurre questi danni. I test Invalsi hanno invece lo scopo, come dichiarato più volte, di stilare delle classifiche di merito che dovranno servire in un futuro per l'assegnazione dei fondi. L'idea che sottende i test Invalsi è quella di assegnare i fondi non come incentivo al miglioramento della didattica nelle situazioni di maggiore difficoltà, ma come premio nei contesti virtuosi. Questo sistema concorrenziale non è adatto alla scuola pubblica, il cui scopo dovrebbe essere quello di garantire a tutti i propri studenti un alto livello di formazione.
Credo che una valutazione del sistema scolastico finalizzata al suo miglioramento dovrebbe necessariamente essere non la fotografia di un dato momento, ma la misurazione della differenza tra un momento di partenza e un momento successivo. L'azione didattica si misura, cioè, andando a vedere la differenza tra il punto di partenza e il punto di arrivo riguardo alle stesse domande. Questa è una banalità conosciuta a qualsiasi formatore: quello che si fa per vedere e dimostrare che il proprio corso di formazione sull'argomento x ha funzionato è fare un test d'ingresso e un test d'uscita sullo stesso argomento. Si può fare per una lezione di 2 ore nella quale si vuole che una classe di dipendenti pubblici impari a scrivere un avviso al pubblico efficace e si può fare in un corso universitario di 60 ore. L'unica vera misurazione dell'efficacia didattica è la misurazione di una differenza, cosa che l'Invalsi non fa.
Ancora non mi piace dell'Invalsi il fatto che è costruito quasi interamente con domande chiuse a scelta multipla. Questo può funzionare per misurare solo alcune competenze ma dimostra tutti i suoi limiti in attività quali la comprensione del testo scritto o anche la riflessione linguistica fatta a livelli più avanzati. Ho abituato i miei ragazzi a pensare in maniera molto articolata, sia sui testi che sulla lingua, e nelle risposte ai test non trovano la possibilità di portare avanti questi ragionamenti.
Per i bambini testati l'Invalsi è fonte di stress ed è un sistema che dimostra la sua inadeguatezza in maniera crescente con i calare dell'età dello studente. Con i bambini piccoli una valutazione individuale e ragionata è assolutamente prioritaria. E' inoltre irrispettoso nei confronti dei bambini con difficoltà di apprendimento. Nella mia classe abbiamo segnalato un caso di DSA con certificazione e non abbiamo avuto nessuna indicazione differenziata per la somministrazione della prova a questa bambina. La madre saggiamente ha tenuto la bambina a casa i giorni delle prove.
Trovo poi detestabile il metodo poliziesco che viene intimato ai somministratori delle prove. L'insegnante e il somministratore vengono trattati malissimo in tutto ciò che ha a che fare con l'Invalsi. Innanzitutto l'insegnante viene informato meno di tutti: le segreterie ricevono istruzioni, i genitori lettere, segreterie genitori alunni compilano questionari e gli insegnanti no. Non viene mai chiesta la loro opinione sul contesto lavorativo nel quale si trovano. L'Invalsi vuole insegnanti muti e con i quali comunica poco. Comunica poco perché non ha nessun titolo per richiedere la loro collaborazione e, evidentemente, non è interessato a sapere nulla di loro. Spiega poco o nulla, in maniera molto confusa, caotica, ritardataria e spesso con errori, imprecisioni, ed errata corrige, quello che "dovrebbero" fare gli insegnanti in fase di tabulazione dei dati. Non si sa perché gli insegnanti dovrebbero tabulare i dati, in quale orario e se come lavoro retribuito o non retribuito. In molti casi i risultati di questi nostri sforzi non verranno neppure analizzati dall'Invalsi, che farà le sue statistiche solo sui dati delle classi campione (sembra che siano un decimo del totale).
Penso tutto questo dell'Invalsi eppure ho preparato tenacemente, anche attraversando polemiche e discussioni, i miei studenti ad affrontarlo. 
Questo perché considero questo sistema di valutazione come una delle sfighe inevitabili della loro vita futura. So che si troveranno più volte ad essere valutati in maniere improprie attraverso delle crocette messe su dei test dalla logica spesso discutibile, a volte contenenti veri e propri errori. Ho voluto che questa "sfiga della vita" non li cogliesse impreparati. 
Qualche mese fa abbiamo preso il nostro libretto con 5 prove e abbiamo iniziato un allenamento e una discussione su come queste prove sono costruite, su quale è la logica della risposta multipla e su come si fa a trovare una risposta accettabile anche se la risposta giusta non c'è. Una volta sviscerata la logica hanno provato a fare i test da soli e abbiamo discusso i risultati a posteriori. I ragazzi hanno partecipato volentieri a questi ragionamenti e io ho avuto la soddisfazione di aver dato uno strumento per affrontare una ingiusta difficoltà che troveranno nel loro futuro.
Ho anche provato a trasformare i risultati in punteggio (del quale non terrò conto nelle medie) per vedere se erano congruenti con le mie valutazioni. Ho estrapolato le valutazioni per 2 prove e mi è risultata una sola insufficienza (la bambina con DSA era assente), i voti che sono emersi sono meno articolati dei miei, cioè più schiacciati dal 7 al 9, mentre le mie valutazioni comprendono tutti i voti dal 5 al 10.
Trovo che sia ingiusto chiedermi di usare delle ore gratuite extra orario o delle ore destinate alla programmazione per farmi correggere le prove Invalsi, alla cui somministrazione non ero presente. Sono tentata di non correggerle, e in effetti sono nell'ufficio del Preside da mercoledì e non le ho ancora corrette.
Se penso al fatto che i miei studenti hanno lavorato per quelle prove, allora penso che dovremmo correggerle e discuterle assieme, come tutti gli esercizi e le valutazioni che facciamo. Dovrei allora correggerle e riportare in classe i test, in modo tale che ciascuno possa ragionare sulle cause dei propri errori. Non ho ancora deciso che cosa farò.
So però che oggi pomeriggio, al Collegio docenti unitario, chiederò che si parli di queste prove, della teoria che c'è dietro, degli scopi che hanno e del ruolo di noi insegnanti. 
Vorrei che quando un Collegio docenti approva la partecipazione all'Invalsi sapesse che cosa sta approvando, vorrei che quando ci troviamo a fare da somministratori e/o da correttori, fossimo consapevoli di che cosa stiamo facendo e perché. 
Vorrei arrivare alle prossime prove, per me tra due anni, più consapevole e preparata. 
Magari la prossima volta riuscirò a non farmi venire la gastrite

1 commento:

  1. Ho fatto le mie domande al Collegio docenti e mi è stato risposto che non si può discutere dell'Invalsi perché è obbligatorio, che la somministrazione e la tabulazione delle prove fa parte del mio lavoro e quindi non ha importanza quante e quali ore uso per farlo, tanto non mi verranno mai pagate.

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