venerdì 14 ottobre 2011

Venticinquesimo giorno, giusto o sbagliato?

Caterina arriva da un'altra scuola, e prima ancora da un'altra scuola, e in mezzo c'è stato un terremoto con la casa crollata e un trasferimento.
Caterina non ascolta, guarda l'aria, oppure disegna, le domando se ha capito, se ci sono domande, se queste cose le ha già fatte o sono nuove e mi risponde che sì ha capito, che sì le ha fatte. Allora provo a farle fare qualche esercizio, a farle qualche domanda e scopro voragini enormi sopra alle quali galleggia di tanto in tanto qualche iceberg: c'è qualche cosa che sa. Caterina salta intere parole quando detto una consegna, e scrive una parola al posto di un'altra, fa molti errori di ortografia, ma non mi sembra disortografica. 
Mentre facciamo lezione Caterina alza la mano per intervenire e a riposo viene a raccontare qualche piccolo episodio della sua vita: "Hai visto? Oggi ho il maglione di lana con Hello Kitty". Si è integrata bene con le compagne di classe, con le quali è anche molto affettuosa.
La sua verifica di storia era la concretizzazione su carta di una grande confusione di concetti mescolati, spostati, accavallati; di parole che non sempre formavano frasi.
Oggi ho dato in mano a Caterina la sua verifica di storia con il suo 5 scritto a penna rossa, spiegandole che cosa c'era che non andava. 
E quando è andata via con la sua faccia triste per tornare al posto mi sono chiesta, ancora una volta, se il 5 può essere una cosa giusta o è sempre una cosa sbagliata.

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