mercoledì 12 ottobre 2011

Ventitreesimo giorno, una strega sblocca una situazione difficile

Alan è spesso imbronciato. Come punto di partenza Alan pensa che una qualsiasi cosa gli si proponga sia necessariamente difficilissima quando non impossibile. In ogni caso tutto è una tortura. Quando Alan si sente incastrato contro un muro, allora arriva la rabbia: sbuffa, si irrigidisce e scatta. Si alza e va via, a volte in qualche altro punto della classe, a volte fuori dalla classe, nel corridoio, oppure corre a chiudersi in bagno. Delle volte lancia oggetti oppure prende a calci qualche cosa. L'anno scorso Alan ha insultato ben due volte la collega. Quando occorre spostarsi da un posto a un altro, Alan fa in modo di essere il più lento: vuole essere ultimo e farsi aspettare.

Con Alan occorre avere molto sangue freddo, ed essere molto creativi.
Oggi ha cominciato a lamentarsi per il fatto di dover portare una maglia o una giacca per uscire in cortile dopo pranzo: "Ma dobbiamo portare la giacca? Ma io ho solo questa giacca pesante! Ma io non ho la felpa! Ma io ho caldo! Ma io non voglio portare la giacca! Ma dobbiamo portare la giacca?!..." Nel corridoio della mensa mi si avvicina con la faccia imbronciata: "Ma bisogna tenere addosso la giacca?! Ma io ho caldo!!".
Mi fermo, sfodero i miei migliori occhi da strega e glieli fisso dritti in faccia, con le mani rattrappite e con aria vagamente folle e spiritata inizio a dire: " Sììììì, bisogna tenere la giacca addooossooo, e tenerla ben chiusa, e quando finalmente vedrò che comincerai a squagliarti lentamente come una candela accesa che consuma la sua cera, quando sarai diventato solo un piccolo mozzicone di candela... allora ti dirò: devi ancora tenere la giacca!"
Intanto Alan si scompiscia dalle risate.

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