giovedì 17 novembre 2011

Quarantottesimo giorno, una lacrima a sorpresa

Immaginate 100 bambini in un'aula magna. Immaginate che stiano facendo le prove per partecipare a uno spettacolo sul "Nabucco" di Verdi. Una maestra diplomata in conservatorio li dirige. Immaginate che cantino con entusiasmo e partecipazione qualche aria, compreso il "Va'pensiero". 
Immaginate che alla fine cantino l'inno italiano. Immaginate di sentire per la prima volta l'inno del vostro Paese cantato senza retorica, senza politica, senza militarismo, senza agonismo sportivo, senza nazionalismo. 
Immaginate, mentre il vostro Paese allo sfascio insegue un'esile speranza di riscatto, di sentire 100 bambini che cantano, sereni e convinti:

Noi fummo da secoli
calpesti e derisi
perché non siam popolo
perché siam divisi
Raccolgaci un'unica
bandiera una speme
di fonderci insieme
già l'ora suonò.

Non mi sono mai sentita patriottica, ma oggi mi sono commossa.

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