martedì 1 novembre 2011

Trentaseiesimo giorno, scherzetto!

Lunedì 31 lavoro il pomeriggio, per fortuna nessuna supplenza alla prima ora, posso dedicarmi alle correzioni e alla preparazione delle domande per la prossima verifica di storia (i Greci!). Poi scendiamo a mangiare la nostra zuppa di lenticchie (vi lascio immaginare l'entusiasmo dei bambini) e tutti fuori in cortile: la giornata è bella e calda, quasi primaverile, solo i nostri alberi gialli ci ricordano in che stagione siamo. Passa una bambina con block notes e pennarello: "Maestra, in che via abiti?" Rispondo con il mio indirizzo. Dopo un po' passa un'altra con la stessa domanda, e specifica: "Gli altri non vogliono dirmelo!" Ripeto il mio indirizzo: via Querciagrande 8. Penso che forse hanno intenzione di spedirmi qualche cartolina o biglietto...
Altre volte mi hanno chiesto il numero di telefono e quello di cellulare, un po' timidamente ma di solito ho acconsentito, devo dire che non mi hanno mai telefonato. 
Anni fa ho invece potuto constatare che è molto pericoloso dare il numero di cellulare alla rappresentante di classe: sono stata chiamata il 14 agosto mentre mi trovavo in aeroporto per un volo internazionale. La domanda urgentissima e improcrastinabile era: "Possiamo comprare un altro vocabolario anziché quello consigliato da lei? Sa, ce ne sono altri che costano di meno!". Nei seguenti 10 minuti di telefonata ho spiegato che no, non si poteva scegliere un buon vocabolario in base al prezzo di vendita e che sì, io li avevo guardati bene i vocabolari prima di dare i miei "consigli per gli acquisti" e avevo scelto quello, proprio quello, perché affidabile, completo, compatto e di facile consultazione per i bambini. 
Finito il riposo in cortile torniamo in classe, ci laviamo i denti e intanto continuano le domande strane: "Maestra ma tu questa sera sei a casa?", "Maestra ma non vai a nessuna festa?"... Finalmente ci arrivo: questa sera è Halloween, e visto che abito non troppo lontano dalla scuola vogliono venire a farmi "dolcetto o scherzetto". 
Molto bene, incomincio a pensare quale scherzetto preparare io per loro! Finite le lezioni, resto nella scuola vuota ancora un'oretta, mi sono portata delle cose che mi interessa leggere. Percorro il lungo corridoio vuoto sorridendo, mentre fuori è già buio. Prima tappa: il supermercato davanti a scuola dove faccio incetta di dolciumi. Il caso vuole che in fila alla cassa dopo di me ci sia la mamma di una bambina della mia classe. Qualche minuto di imbarazzato silenzio con lei che continua a fissare quello che ho depositato sul nastro trasportatore: stringhe di liquirizia, torroncini, spicchi alla frutta, fragoline ricoperte di zucchero, caramelle alla fragola. Credo che il suo primo pensiero sia stato "in che mani sono i nostri bambini! Ma che cosa mangia questa?!", poi si è ripresa, mi ha guardato e ha esclamato: "Ah Maestra, si prepara per Halloween!", "Certo" ho risposto "non mi farò cogliere impreparata!"
Con la borsa piena di dolcetti corro a casa: devo eliminare gli stendini dal salotto, mettere a posto il corridoio... non so a che ora arriveranno, ma so che è un sacco di tempo che propongono di venire a vedere casa mia, a mangiare a casa mia e cose di questo tipo, devono avere un'aspettativa altissima! Nascondo tutto il casino in camera da letto e preparo pronto il mio travestimento: mantello con cappuccio verde bosco lungo fino a terra e maschera verde. Dalle 7 in poi incomincio a pensare che possono arrivare in qualsiasi momento. Non mi metto i vestiti da casa e non so se cominciare a preparare la cena... alle 8 mi decido: posso anche cenare. Alle 8.30 mi telefona mio papà: "Allora come è andata? Sono arrivati i bambini?" rispondo delusa, penso che oramai non verranno più, penso che le mamme li abbiano convinti a non venire "per non disturbare", come si usa dire. A me invece dispiace, mi dispiace che il perbenismo delle mamme abbia preso il sopravvento sulla spontaneità dei bambini. E poi ho un mantello pronto, e un ciotolone strapieno di dolciumi e mi sarebbe piaciuto ricambiare lo scherzo e prenderli di sorpresa. Penso che questi sono tempi bui, in cui non si può più giocare, in cui tutti hanno timore di fare qualsiasi cosa. Porterò le caramelle a scuola, penso, e lascerò intendere che avevo pronto uno scherzo, che però non rivelerò mai...
Metto a posto la tavola e comincio a cambiarmi per mettere il pigiama, mi sdraio sul divano e suona il campanello! Sono già le 9 passate, non possono essere loro. Vado al citofono e sento delle vocine emozionate che gridano "Dolcetto o scherzettoooo???" Salgono tre streghette con tanto di trucco e cappello, alle quali apro tutta bardata nel mio mantello. Sorprese, ma non spaventate, entrano in salotto dove attingono a piene mani dalla ciotola dei dolciumi e riempiono il loro cestino a forma di teschio. Si guardano attorno: "Che caldo!" vicino alla stufa, "Guarda quanti libri!" fa una, "Certo, che cosa ti aspettavi? E' una maestra di italiano!" risponde l'altra. La mamma le aspetta in atrio e non voglio trattenerle, poi è bello che resti in loro ancora un po' di curiosità per come vivo nella vita vera, quando non sono la Maestra. "Ciao, ciao, ci vediamo presto!" Mi lasciano un bigliettino con scritto "Grazie! Buon Halloween" e corrono giù per i quattro piani di scale. 
Ringrazio mentalmente le tre mamme spiritose che hanno permesso alle loro figlie di giocare un po' con me!

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