martedì 15 novembre 2011

Quarantaseiesimo giorno, sculture grammaticali

Oggi ripassiamo le preposizioni. Tutti già sanno che ci sono le preposizioni semplici e quelle articolate e sanno riconoscerle. Faccio quindi un piccolo approfondimento sulle preposizioni improprie, avvertendo che si tratta di un argomento che presento solo per loro cultura personale. Se parliamo di preposizioni improprie abbiamo bisogno di trovare un sistema facile per distinguerle dagli avverbi.
Davanti a me sono appesi i nostri mobiles (vd. da farsi), che mi forniscono proprio la visualizzazione di quello che sto spiegando. Le preposizioni servono a collegare, e se le togliamo la frase cade, sono proprio come i fili dei nostri mobiles. Gli avverbi invece danno delle spiegazioni, dei colori in più, quindi sono come i cartoncini appesi ai fili: anche se li togliamo il mobile resta intero.
Uno dei più svelti chiede: "E allora i bastoncini che cosa sono?"
"I verbi, senza i verbi non posso neppure costruire la frase".
Vedo la sua espressione soddisfatta: "Giusto! E' vero!"

Una volta di più mi convinco che grammatica e fantasia possono andare a braccetto. Grazie Calder!

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