Visto che io insegno non seguo il calendario gregoriano. Il mio anno non finisce il 31 dicembre e non comincia il primo gennaio. Il mio anno comincia oggi 1 settembre con un rito pagano chiamato “collegio dei docenti unitario”.
Il celebrante e il suo aiutante prendono posto sulla pedana dietro al tavolo. La plebe siede su poltroncine in plastica fissate a due a due secondo un ordine affatto casuale. Alla destra del celebrante prendono posto i professori e le professoresse, alla sinistra del celebrante le maestre e i due maestri.
La celebrazione comincia con l'appello, in ordine alfabetico, degli insegnanti che per quest'anno lavoreranno nell'Istituto. Per alcuni è solo una scocciatura, per i nuovi è il momento dell'investitura: in quei pochi secondi in cui viene pronunciato il loro nome essi finalmente esistono nel loro compito istituzionale. Il celebrante recita: “A.B. copre 10 ore di inglese, C.Z. ruolo su posto di tecnologie, D.G. 10 ore su posto di sostegno...”
Qualche ruolo, quest'anno, e meno incarichi a supplenza, mancano delle colleghe che siamo abituati a vedere da parecchi anni.
Questa è la scuola, bellezza.
La scorsa settimana qualcuno ha brindato sullo stretto marciapiede fuori dal portone dell'Ufficio Scolastico Provinciale per la firma del contratto di ruolo e altri, oggi primo settembre, dopo anni di incarichi annuali, sono rimasti a casa, con l'orecchio teso al telefono: sperano di essere chiamati dalle segreterie per le supplenze più brevi. Queste sono le assunzioni e questi sono i tagli. Il resto è burocrazia: verbali da approvare, l'elenco delle buone intenzioni, il calendario dei prossimi appuntamenti, il memento dei “tagli alle risorse economiche e umane”.
Quando il celebrante consente di andare in pace, comincia il lavoro vero. Nei corridoi, nelle aule, in atrio e in parcheggio partono le contrattazioni. La questione sul piatto è quella degli orari. E sugli orari non c'è pietà per nessuno.
Oggi 1 settembre è il giorno per le contrattazioni e la diplomazia.
Domani 2 settembre è il giorno della battaglia: il “collegio di plesso”, con l'assegnazione dei docenti alle classi e la definizione dell'orario.
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