Il mio orario del martedì prevede 8-13, quindi oggi mangio a casa (W!). È la prima mattina che faccio quest'anno, e la mattina è un'altra cosa rispetto al pomeriggio.
Ricominciamo con una delle nostre usanze preferite: il buongiorno. Ogni volta che ho la mattina, una volta sistemati zaini e quaderni, tutti si siedono al posto, in posizione composta e guardano verso di me. Dobbiamo riuscire a stare tutti (io compresa) fermi e zitti finché non riusciamo a sentire qualche uccellino cantare dagli alberi del cortile, oppure (d'inverno) il ticchettio dell'orologio della classe. A quel punto io dico “Buongiorno!” e loro rispondono tutti assieme “Buongiorno!”
Ci vuole pochissimo tempo per fare il “Buongiorno”, quando i bambini sono allenati basta un minuto, ma cambia completamente il volto alla giornata. Il “Buongiorno” segnala il confine tra il tempo delle chiacchiere e dell'organizzazione e il tempo della lezione, fa rilassare e concentrare i bambini e, soprattutto, ci permette di sincronizzarci tutti quanti attraverso una piccola esperienza comune. Tutti hanno ricevuto lo sguardo della maestra (devo riuscire a vedere gli occhi di tutti prima di dare il buongiorno), tutti hanno ricevuto il buongiorno e la maestra è stata riconosciuta e salutata da tutti.
Per cominciare bene la giornata ci guardiamo, ascoltiamo il nostro ambiente, ascoltiamo le nostre voci. Ai bambini piace così tanto che sono sempre loro a ricordarlo e che, spesso, chiedono di fare anche il “Buon pomeriggio”, quando arrivo alle 12.
Per le vacanze ho chiesto di leggere due libri. Ho dato un elenco piuttosto lungo di titoli e di autori tra i quali scegliere uno dei due libri da leggere, l'altro era a scelta completamente libera. Nel mio elenco ho messo solo classici della letteratura per ragazzi, in edizione integrale. Ho consigliato testi e autori più semplici e più difficili perché il livello di maturità dei miei lettori è molto diverso dall'uno all'altro, anche se hanno tutti la stessa età. Ho potuto dare a loro la scelta perché in un anno e mezzo li ho educati a scegliere: abbiamo scoperto che differenza c'è tra un classico e la letteratura di consumo, perché L'isola del tesoro è un libro diverso da Scooby Doo, perché è diverso leggere un libro in edizione integrale e in una riduzione o un adattamento. Sono stati loro stessi a raccontare ai compagni che dopo aver letto Piccole donne nella versione di Stilton o nella versione originale hanno trovato molto più interessante la versione originale.
Tutte cose che “Il libro di lettura” non ti spiega... noi oramai siamo passati ai libri veri.
Per chi ha reali problemi con la lettura c'è la modalità “Staffetta di lettura”: si legge ad alta voce assieme a un adulto un pezzo a testa; oppure ci sono gli audiolibri.
Dopo un anno e mezzo di letture di grandi classici fatte ad alta voce in classe, o da soli a casa per propria scelta, di riflessioni sullo stile dei diversi scrittori e anche sui gusti diversi di loro come lettori, ho pensato che dovevano essere già pronti per scegliere.
Oggi è arrivata in classe una vera montagna di libri, e altri devono arrivare nei prossimi giorni. Abbiamo dedicato le prime due ore completamente alla lettura. Uno alla volta sono venuti a fare la “pubblicità” dei libri letti. Un'altra delle nostre usanze. Quando si legge un libro a casa nel corso dell'anno poi ci si prenota sull'agenda della maestra per fare la pubblicità del libro letto ai compagni. Per fare una pubblicità si hanno a disposizione al massimo 5 minuti, bisogna portare il libro da far vedere ai compagni, bisogna dire il titolo, l'autore, l'editore e l'anno di edizione, fare un brevissimo riassunto della trama (senza svelare il finale!) e spiegare perché è piaciuto o non è piaciuto. Questo gioco porta a risultati fantastici: ho sentito delle critiche sullo stile degli scrittori che neppure ai convegni universitari.
Il meccanismo della pubblicità funziona in maniera sorprendente. Quando un bambino finisce il suo spot di solito qualcuno fa delle domande perché è stato incuriosito e vuole sapere qualche cosa di più, poi si alza una selva di mani: sono i bambini che si prenotano per leggere quel libro. Per cui per certi libri devo creare delle liste d'attesa o pregare la bibliotecaria di trovare altre copie o altre edizioni dello stesso libro. Perché funziona il gioco della pubblicità? Perché non sono io a obbligare di leggere un libro, io potrei avere disonesti secondi fini didattici, invece dei loro compagni si possono fidare, anche quando consigliano Tom Sawyer, 20.000 leghe sotto i mari, Piccole donne, I ragazzi della via Paal, Il giro del mondo in 80 giorni, I pirati della Malesia, Lo stralisco, L'occhio del lupo...
Si possono anche leggere le mille pagine dei tre volumi delle Cronache di Narnia a 9 anni, se è stato un compagno a consigliartele.
Se si vuole che i bambini leggano libri bisogna fare una semplice cosa: far capire quanto per voi è importante leggere. Se riteniamo che una cosa sia importate le dedichiamo del tempo e del denaro, allora leggere diventa qualche cosa di prezioso, non un compito scolastico ma un bellissimo momento da passare insieme. Non solo i vostri bambini avranno vissuto che cosa è un tipo di testo o un genere letterario, invece di impararne a memoria la definizione accanto agli stitici branetti di questo o quel libro di testo, ma avrete anche fatto loro un gran regalo: la chiave d'accesso al mondo dell'immaginazione.
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