giovedì 15 settembre 2011

Terzo e quarto giorno, come fare felici 100 bambini con 12,20 euro e due ore e mezza di tempo

La prima battaglia della rivoluzione delle matite è stata (vd. Sei settembre: questa volta no!) quella di strappare al nemico il territorio dell'aula attraverso questi atti rivoluzionari: aspirapolvere, pulizia dei vetri, lavaggio dei pavimenti con sapone, cera sui pavimenti, lavaggio dei banchi, raccoglitori per raccolta differenziata dei rifiuti, ingresso di piccola scopa con pattumiera, ingresso di n.2 piante verdi (una per cattedra).
La strategia della rivoluzione delle matite è quella del tempera matite. Si guardano una ad una le matite, e se sono spuntate o rotte si aggiustano e si fanno le punte.

Una matita che a scuola mia è spuntata da molti anni è quella dei bagni dell'ala sinistra: sono vecchi, rotti, sporchi e puzzolenti. Sono molti anni che le insegnati chiedono in collegio docenti che vengano riparati e puliti con maggior cura e frequenza. Non c'è stato nessun risultato, si sono solo ottenute delle reprimende presso i bambini che, si dice, dovrebbero imparare a essere più educati. Personalmente trovo che l'intero genere umano dovrebbe imparare a servirsi dei bagni in maniera più educata, basti pensare a stazioni, autogrill, bar, treni, sebbene usati da adulti mi risulta che siano molto di rado splendenti.
Nell'ala sinistra ci sono tre piani e quindi tre batterie di bagni, ciascuna ha 5 WC. Ciascuna batteria di bagni è frequentata da circa 100 bambini per 8 ore al giorno. I bagni vengono puliti solo a fine giornata. Per alcuni bambini non avere un bagno decente a disposizione è fonte di un vero e proprio stress, in certi casi si è arrivati a cistiti o mal di pancia. Ai bagni dell'Ikea troverebbero un servizio migliore.

Si è deciso: il prossimo obiettivo della rivoluzione delle matite sono i bagni.
Ne ho parlato con la mia classe. Ho spiegato che siamo oramai in quinta, che sono una classe di bambini molto bravi e che quindi possono dare il buon esempio agli altri e fare qualcosa per la loro scuola. Bel discorso motivazionale, 50 occhi sbarrati e quasi visibile il raddrizzarsi delle loro schiene e il gonfiarsi dei loro petti. 
Dopo che li ho gonfiati come palloncini, posso mollare il filo e svelare la mia idea: potremmo ad esempio fare qualche cosa per rendere bellissimo un bagno.
Spiego che è dimostrato che se un posto è bello le persone che lo frequentano si comportano meglio, che se si incentivano le persone a comportarsi bene divertendosi e ridendo (invece che gridando loro divieti) tutto funziona molto meglio. Quindi basta sgridare e vietare, dobbiamo vedere le cose positivamente, così anche gli altri si comporteranno positivamente.
È la teoria della spinta gentile, ma questo non lo spiego alle mie 25 giovani menti.
Ad ogni modo trovano il mio ragionamento intuitivo e sono già convinti. Presento le mie idee: rivestire la porta con cartelloni esplicativi e preparare dei quadri da appendere dentro il bagno. Chiedo se hanno altri suggerimenti. In molti gridano: “Manca lo scopino!”
Orribile realtà alla quale noi adulti non avevamo mai fatto caso! Come avrebbero potuto essere puliti se non avevano il modo di pulire? Altri propongono un profuma ambienti. Prendo l'impegno di procurare gli oggetti desiderati. Nel pomeriggio compro uno scopino in plastica e una cartina profumata a base di olii essenziali naturali. Totale della spesa 12,20 euro.
Il giorno dopo abbiamo un'ora di italiano, il pranzo e il pomeriggio nel quale è previsto di fare “Arte e immagine”. Da quando mi hanno vista mi hanno chiesto impazienti “Oggi facciamo il bagno?” “Sì? che bello! sono felicissima!”. Dopo il pranzo e il cortile torniamo in classe pronti per l'attività di “Arte e immagine”, tutti seduti e attenti, pronti a dare il loro contributo alla storia della scuola. Appoggio la borsa che ho con me sulla cattedra e annuncio: “Voi avete chiesto una cosa e io ho mantenuto la promessa” e tiro fuori dalla borsa lo scopino. Applausi e urla di gioia, evviva che si levano da ogni parte. Credo che non avrei visto una gioia simile neppure se avessi tirato fuori dal sacco Babbo Natale in persona invece di uno scovolino per pulire il gabinetto. Grande entusiasmo. Mostro anche la cartina deodorante e fioccano altri applausi a scena aperta.
È il momento di organizzare i gruppi di lavoro: sei bambini si occupano del cartellone che deve rivestire il fuori della porta, altri sei di quello che metteremo all'interno, altre coppie di bambini preparano quadri e vignette spiritose, due bambine preparano un cartello “Libero/occupato” che faremo plastificare e appenderemo con un cordoncino alla maniglia. La classe è pervasa da un'agitazione costruttiva: sono preoccupati di fare le cose al meglio e allora cancellano e ricancellano le scritte in matita e protestano se qualche compagno non ha colorato con la massima cura.
Intanto io con un pennarello indelebile preparo una sorpresa: lo scopino, tanto atteso, può diventare un qualche buffo personaggio sorridente. Scopino sulla cattedra e pennarello rosso, largo all'immaginazione. Quando lo vedono finito sono esclamazioni di sorpresa e processioni per venire a vedere lo scopino che ride e provare e riprovare ad aprirlo e chiuderlo. È quasi ora di uscire e non abbiamo ancora finito. Finiremo il giorno dopo.
Questa mattina non pensavano ad altro: finire il bagno. Di solito dedico le prime due ore della mattina alle attività più impegnative che ho programmato per quella giornata. Ma mi rendo conto che è impossibile posticipare la fine della nostra opera. Un bagno pulito val bene che gli si dedichi un altro po' di tempo. A turno si dedicano a completare i cartelloni e i quadretti, intanto gli altri eseguono individualmente esercizi di ortografia che poi correggeremo collettivamente. Man mano che i materiali sono pronti io vado ad attaccarli.
La battaglia comincia rivestendo la porta: la porta grigia e scrostata diventa colorata e annuncia “Bagno delle bambine e dei bambini beneducati”, “Entra solo se sai fare centro”, “Bussa prima di entrare”. All'interno si legge invece “Bravo! Hai scelto il bagno più bello!”, “Cerca di fare centro! (illustrazione: bersaglio dentro un WC)”, “Non pensare di essere un pompiere”. Dentro vengono appesi quadretti illustrati incollati su cartoncini colorati “Ricordati di usare lo scopino”, “Sei stato molto bravo! Grazie!”. Poi una piccola opera d'arte: una vignetta tratta dalla loro agenda Comix che fa il caso nostro e che è stata copiata con cura eccezionale da Alan e colorata da Michele.
Completo l'opera con la carta d'Eritrea profumata e con il nostro personaggio “Lo scopino che ride”. Tutto pronto. Possono venire in sei alla volta a vedere il risultato. Mi metto da parte e li osservo: stupore, meraviglia, riso, gioia.
Torniamo in classe e ci dedichiamo alla correzione e alla discussione degli esercizi di ortografia e al ripasso di grammatica.
Come cacciatori che hanno posizionato una trappola dobbiamo aspettare pazientemente che arrivi il momento giusto: alla ricreazione le altre classi del corridoio vedranno la nostra sorpresa. Quando gli altri finiscono di fare lezione andiamo a raccontare che cosa abbiamo fatto, raccontiamo che abbiamo fatto un regalo per i bambini del piano e che chiediamo la loro collaborazione per tenere il “nuovo” bagno pulito, raccontiamo che troveranno un nuovo buffo personaggio. Riceviamo applausi, ringraziamenti e cominciano i giri turistici al “bagno profumato”. I bambini delle altre classi mi incontrano in corridoio e mi dicono con sguardo sognante “Maestra! È bellissimo!”, “Che bello!”, “Sai che noi abbiamo raccolto le cartacce dal cortile?” chiedono la mia approvazione... “Bravissimi! Siete stati proprio bravi!” Rispondo.
Dopo il riposo torniamo a fare lezione, è il momento di fare storia. Alle 12 arriva una delegazione dei bambini di IV: vogliono farci vedere i disegni che hanno fatto loro con battute e scherzi per tenere i bagni puliti. Quando diciamo che sono stati molto bravi tornano in corridoio saltellando felici.

Oggi festeggiamo una facile vittoria. Da domani l'impegno sarà quello di mantenere le posizioni conquistate e pensare ai nuovi obiettivi.

Nessun commento:

Posta un commento