La scorsa settimana ho fatto scrivere a ciscuno su un foglietto molto informale quali fossero i desideri per questo anno scolastico. Ho spiegato che si trattava di una domanda seria alla quale bisognava rispondere seriamente, non con assurdità del tipo “fare sempre vacanza” o “avere un riposo lungo 8 ore”.
Ho scoperto, sommando le risposte, che vorrebbero fare più di tutto: più gite, più disegno, più storia, più schede, scrivere di più (ma qualcuno scrivere di meno), leggere di più, scrivere più testi al computer...
Molti hanno scritto che vorrebbero fare più storia. Amano moltissimo fare storia, anche se facciamo storia in un modo molto semplice: leggiamo il libro e commentiamo, facciamo paralleli con quello che abbiamo già studiato o con quello che accade oggi, ragioniamo sulle conseguenze di quanto abbiamo letto. Credo che amino fare storia perché si sentono molto bravi. E credo che si sentano molto bravi perché in questo ultimo anno e mezzo abbiamo fatto assieme un percorso graduale a tappe per imparare a studiare. Abbiamo cominciato in III leggendo dal libro. Leggo io ad alta voce, perché ho in classe bambini dislessici per i quali è fondamentale la memoria di quanto hanno sentito in classe, quindi una lettura con la giusta intonazione è vitale. Ciascuna fase è durata dei mesi, finché tutti non sono diventati padroni della tecnica di studio presentata.
Per cominciare io leggevo e guidavo alla ricerca delle informazioni principali da sottolineare sul libro, poi hanno cominciato a trovarle da soli; nella seconda fase con le informazioni sottolineate costruivamo gli schemi di quanto letto, prima assieme e poi da soli; nella terza fase abbiamo cominciato a fare i riassunti di quanto scritto sul libro. E fin qui può sembrare tutto normale. Abbiamo poi cominciato a lavorare sulle domande. Da ogni testo si posso trarre delle domande alle quali il testo risponde e sono queste le domande che l'insegnante può fare quando prepara una verifica. Quindi abbiamo cominciato a cercare le domande dentro i testi e a scriverle sul quaderno. Le verifiche a questo punto andavano benissimo e loro volevano fare sempre più storia. Poi ho cominciato a dire che potevamo aggiungere altre difficoltà: si dovevano trovare da soli le domande dai testi, inoltre si sarebbe cominciato ad avere verifiche con domande più ampie e aperte, che richiedevano risposte più lunghe e articolate. Hanno accettato la sfida e siamo arrivati alla fine della IV con verifiche di poche domande aperte e tutto lo spazio a disposizione.
Volete sapere il “contro” di questo sistema? Io dovevo correggere dalle 2 alle 6 facciate di foglio protocollo con risposte articolatissime. Certe volte ho proprio la sensazione di fare di tutto per darmi la zappa sui piedi!
Oggi, ripassando quanto letto assieme la scorsa settimana, chiedo: “Come se la passavano le donne cretesi?” Mi spiegano che erano molto libere, potevano fare sport, si truccavano e abbigliavano con cura; poi Arlette vuole specificare e comincia “Trainavano...” Completo io: “Trainavano carri guidati da buoi! o forse Guidavano carri trainati da buoi?” Tutti troviamo l'idea di “Trainavano carri guidati da buoi” molto divertente. Come da nostre “usanze” chiediamo a chi è stato all'origine di un errore ridicolo di inventare a casa un racconto buffo usando lo spunto dell'errore. Non c'è fretta, può essere scritto quando si vuole. Arlette ride e concorda: scriverà un racconto su donne che trainano carri.
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