mercoledì 21 settembre 2011

Settimo giorno, ortografia.

Mi chiedo perché ogni volta che arriva qualche nuovo bambino in classe ha sempre problemi con l'ortografia. Le mamme li chiamano genericamente “problemi con l'italiano”. Sono in realtà evidenti problemi con l'ortografia. L'idea che insegnare e imparare italiano significhi insegnare e imparare l'ortografia è diffusissima presso i genitori. La grammatica è un ricordo sfuocato, la lettura e la scrittura romantici accessori; l'unica cosa tangibile dell'italiano è l'ortografia: una sorta di abilità di calcolo della lingua. Oggettiva, evidente, scientifica: o è giusto o è sbagliato.
Quando i nostri bambini finiscono le elementari ci si aspetta che la questione sia definitivamente risolta. Per un prof delle medie, delle superiori, dell'università, posare la penna su un errore di ortografia è una cosa disgustosa e fare esercizi con la classe su come si scrivono le parole viene ritenuto offensivo per l'insegnante. Si prende semplicemente atto di una realtà desolante, si assegnano insufficienze e si riempiono i giornali di lamentele sui tempi moderni. I colleghi prof scuotono la testa: i nostri bimbi quando arrivano da loro fanno ancora molti errori molto gravi (alzata di sopracciglio: non vi accusiamo, ma voi maestre dovreste lavorare di più). L'ortografia resta un compito solo nostro, d'altro canto siamo noi “le maestrine con la penna rossa”.
Cari colleghi, occorre sporcarsi le mani con l'ortografia e risporcarsele ogni volta che è necessario. Io ho dedicato una lezione per gli studenti dell'università ai più diffusi errori ortografici di scriventi adulti. Senza imbarazzi e senza vergogne e ritenendo, in realtà, che l'ortografia sia la parte meno complessa dell'imparare a scrivere correttamente.

I miei bambini producono un numero limitato di errori di ortografia, che giudico in linea con il loro sviluppo. Quelli che mi piombano da altre scuole ne producono di più. Potrei cominciare a rotolarmi scompostamente nel fango, riempire di segni i loro compiti, confidarmi con le colleghe, lamentarmi con i genitori: “Ma che cosa imparavano nell'altra scuola, signora? Qui ci sono delle enormi lacune!”
Martedì dettato con i punti (ogni errore tolgo un punto) che ha tutta una procedura di gioco un po' lunga da illustrare (se la volete scrivete un commento e vi metto un post solo su questo). Una delle due nuove arrivate fa moltissimi errori, errori di quelli che da noi non si vedono da un bel po'. La osservo anche quando scrive un testo al computer: niente accenti sui passati remoti, “c'era” che diventa “cera”, doppie che saltano.
Rivedo le stesse scene che ho visto un anno fa e due anni fa, quando sono arrivati bambini da altre scuole, sempre presentati dicendo “ha un po' di problemi con l'italiano”.
Ripeto anche questa volta la procedura:
1. analisi: perché fa molti errori, quali errori fa, in quali momenti (confronto scrittura formale/ informale per verificare il fattore psicologico “ansia”).
Ho individuato così due disortografici che nelle altre scuole o classi non erano stati riconosciuti, per altri due ho capito che si trattava di mancanza di esercizio continuo, di correzioni e autocorrezioni;
2. piano d'attacco personalizzato e richiesta di collaborazione da parte della famiglia.
Per raccogliere i risultati ci vuole almeno qualche mese, in un anno la situazione può stabilizzarsi, ma certo è stato perso del tempo prezioso.

La correttezza ortografica non sboccia spontanea come i fiori primaverili ma è una meta da conquistare faticosamente e da riconquistare di continuo. Grande fatica per chi insegna, per chi apprende e richiesta di collaborazione attiva da parte della famiglia.
Io ho osservato che l'ortografia migliora nettamente con questo sistema. Oltre a spiegare le difficoltà ortografiche ci vogliono questi ingredienti:
- articolazione delle parole molto corretta e attenta da parte dell'insegnante (la fonologia è importante!),
- giochi per esercitarsi con l'ortografia (almeno una volta a settimana),
- stimolo all'auto-correzione (sottolineo la parola sbagliata e loro si sforzano di capire perché e di scrivere quella giusta)

Non è mai troppo tardi per imparare a scrivere correttamente, ma ci vogliono occhio, orecchio ed esercizio.

1 commento:

  1. Cara Cappuccetto Rosso
    vai con la descrizione del dettato- gioco... per molti potrebbe sembrare un binomio impossibile eppure so quanti risultati si riescono ad ottenere.
    Grazie per l'ottimismo che traspare dai tuoi post, non è facile di questi tempi...
    Pollicina

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